Siete indignati di fronte ai nostri paragoni storici, siete offesi se si tirano fuori dalla coperta – coperta che voi avete voluto – i tragici eventi del secolo scorso. Siete sconvolti a sentir tirare fuori la segregazione degli ebrei. Trovate orribile il comparare la situazione attuale, di emergenza sanitaria, con le dittature nazifasciste. Lo dite pubblicamente e ci date degli ignoranti mentre voi ignorate il presente. Il girone degli ignavi non fa per voi, già, perché voi avete deciso da che parte stare. State all’ombra del potere, dove, se non si parla troppo, si sta bene.
Forse dovreste immaginarvi a tavola, nel secolo scorso, prima che tutto avesse inizio. A bere e mangiare come tutti i giorni, solo che quel giorno alcune persone non potevano entrare a scuola. Non era cattiveria nemmeno allora, erano solamente le logiche dei tempi. Ogni periodo ha le sue idee, alcune sono belle e altre strane. A volte le idee sono discriminatorie e c’è sempre una ragione dietro. Nessuno discrimina a prescindere e ci sono sempre ragioni logiche.
C’erano le ragioni della razza che gli scienziati supportavano, e sulla cui base si legittimavano azioni orribili. Due anni fa, durante una delle primi lezioni in università, il professore disse: “Su tanti professori, solamente pochi non firmarono: tutti gli altri si adeguarono al regime fascista”. Un regime che chiedeva la completa adesione pur di poter partecipare, perché altrimenti se ne veniva esclusi. Noi non volevamo fare questi paragoni, noi non avremmo mai voluto paragonare la situazione attuale ad una dittatura, noi non avremmo mai voluto tirare fuori la segregazione degli ebrei.
Avremmo voluto vivere e studiare nel ventunesimo secolo, un’epoca che, pur con i suoi difetti, prometteva la pace e la prosperità. Avremmo voluto partecipare alla vita sociale ed economica del paese, contribuendo in maniera materiale o immateriale al progresso dell’umanità, così com’è garantito dalla nostra Costituzione. Avremmo desiderato combattere per tutto quello che non andava bene, che ancora non era stato fatto, e davamo per assodati alcuni diritti e che alcune situazioni mai più si sarebbero potute verificare.
Ad alcuni di noi manca poco per la laurea, altri l’hanno già e diversi sono coloro che potrebbero diventare insegnanti: insegnanti di Storia, di Filosofia, di Matematica e di tutte le altre scienze. Avremmo voluto studiare le dittature sulle fonti dell’epoca, sui giornali e sulle lettere. Avremmo voluto insegnare alle nuove generazioni ciò che è stato insegnato a noi, ovvero che l’unica lezione veramente importante che la Storia può insegnarci, e che tutti dovremmo apprendere, è di essere tolleranti.
Senza la tolleranza tutto si può ripetere: persecuzioni nei confronti di chi non professa la nostra stessa fede, verso chi appartiene ad un’altra ideologia o a chi la pensa diversamente. Siamo stati costretti a rivedere quelle misure, seppur applicate con motivazioni diverse, che non avremmo mai voluto vedere nuovamente. E tra le persone, non tutte grazie al cielo, l’indifferenza di chi ha il proprio pane e che non può far nulla per aiutare gli altri.
Tanti si sono sottomessi, moltissimi senza accorgersene, molti altri sapendolo, tanti sono stati costretti, pochi sono rimasti fuori. Poche milioni di persone che ancora non sono tesserate, che rischiano il posto di lavoro, che sono escluse dalla vita sociale, che vengono additate come dei criminali. I titoli di giornali si riempiono di loro, come aggressori della vita civile, come nemici del popolo e della nazione.
I presidenti sono indignati e fanno discorsi che indigneranno i nostri nipoti. Già, perché alla fine sappiamo come andrà. Vincerete voi, vincerete davvero perché è così che fate: siete forti con i deboli e deboli con i forti. Siete andati oltre l’immaginabile con le misure sanitarie, siete andati oltre l’immaginabile con la propaganda e il resto, il resto spero di non riuscire ad immaginarlo.
I vostri nomi rimarranno nella storia ma di voi si diranno le cose a metà, e si susseguiranno le narrazioni. Prima sarete eroi della nazione, poi verrà fuori la vostra natura, quella del mostro, quella dell’impostore. Non un Leviatano per il bene di tutti, perché voi, col vostro passato politico e non tecnico, non avete a che fare con tutti. Non sapete chi siano i tutti, voi siete i pochi e prendete ordini dai pochi, come gli impiegati del secolo scorso.
E nel futuro vi sarà stupore, perché non si capirà com’è stato possibile: si dirà che a saperlo era “tutta la popolazione” e che nessuno mosse un dito. Noi del fascismo e del nazismo non volevamo parlare, non avremmo voluto che ricordare quei tempi con triste e rispettoso silenzio, dedicarci allo studio ed essere felici con le nostre famiglie.
Sono coloro che si comportano come la massa acritica del secolo scorso, che ci portano a fare infelici paragoni con il passato: già, perché il deja-vu è presente e solamente un cieco, un corrotto o un deficiente non se ne accorgerebbe.
Cover: CC BY-SA 3.0, link