Skip to content
logo9minuti120x48
Menu
  • Home
  • Tutorial
    • Zaini
    • Stampa 3d
    • ebook
    • Informatica
  • Scritti
    • Racconti
    • Articoli
    • Temi
    • Storia
  • Video
  • Progetti
    • Progetto Carcere
    • Progetto Istruzione
    • Progetto Acque pulite
    • Progetto Tecnologia
    • Progetto Casa
    • Progetto Democrazia
    • Progetto Immigrazione
    • Storia
    • Progetto Storia
  • Chi siamo
    • LinkTree
  • Privacy Policy
    • Cookie Policy (EU)
  • Blog
  • Donazioni
Menu
copertinaTema

Tema sul (non) senso della vita (esempio di tema)

Posted on 8 Aprile 202114 Aprile 2021 by Alessandro Oppo

Scrivere un tema dovrebbe essere qualcosa qualcosa di divertente. In questo articolo potrai leggere un esempio di tema sul (non) senso della vita.

Ho deciso di utilizzare questo tema perché ho visto che è molto gettonato, stranamente lo è ben più di un tema sul senso della vita.

Se il tuo professore ti ha chiesto di scrivere un testo argomentativo su questo tema, cerca di non copiare gli esempi presi su Internet.

Pensa a quello che sai, ai pensieri che hai avuto e prova ad esprimerli su carta.

In questo video provo a spiegare come e perché scrivere un tema.

Esempio di tema sul senso o il non senso della vita

Quando si nasce si dà senso alla vita. I nostri genitori vedono immediatamente un senso, legato agli istinti materni e paterni. Ma possiamo dire, al primo vagito, che la vita abbia un senso per quel piccolo neonato frignante? Se lo ha, verrebbe da dire di primo acchito, forse il bambino non lo realizza. Durante l’infanzia la vita la si prende per quello che è. Ci si pongono domande, ma difficilmente ci si chiede cosa sia la vita. Se la vita abbia un senso o quale sia il non senso della vita.

Una volta chiesi quale fosse il senso della vita ad una bambina e lei rispose così: – Il senso della vita è morire. Si vive e poi si muore, quindi il senso è morire. –

Purtroppo non ho mai avuto la possibilità di scoprire se questa bambina fosse particolarmente saggia o se avesse assorbito, a mo’ di spugna per intenderci, i discorsi fatti dagli adulti. Solitamente, nella nostra società e nel nostro ambiente culturale, si affrontano questi argomenti più avanti con l’età.

La vita, non per questo, comincia ad avere un senso. I primi quindici / venti anni di vita vengono passati nelle scuole dell’obbligo. Poi un bivio porta all’università o al lavoro. Chi va all’università postpone di alcuni anni l’entrata in quel gran pentolone chiamato ‘mercato del lavoro’. Ma quanti lavori hanno senso nella nostra società? La risposta che darei è che la maggior parte dei lavori ha poco senso di esistere.

Il Consumismo, cioè quella corrente sociale-economica, nella sua continua opera di costruzione-distruzione, non permette a molti lavori di avere un senso. Un paio di scarpe, un tempo prodotte da un ciabattino con materiali altamente durevoli e facilmente riparabili, era un insieme di tradizioni e abilità tramandate di padre in figlio.

Le scarpe dei brand ‘alla moda’ sono invece un insieme di piccolissimi azioni svolte da cento o più mani differenti. Coloro che le compiono sono seduti su uno sgabello davanti ad una catena di montaggio. La sera rincasano, guardano la TV e dormono. Altre persone, con vite piuttosto simili, si siedono di fronte ad uno schermo e fanno in modo che l’umanità intera abbia bisogno di quelle scarpe ‘alla moda’.

Vi sono guerre tra questi brand ‘alla moda’ per chi si accaparra più clienti, una sorta di proselitismo del consumo che spinge a desiderare, a svalutarsi perché non si è ‘alla moda’ e poi a comprare. Per quei soldi dobbiamo alzarci presto la mattina e raggiungere uno di quegli sgabelli. Se poi saremo di fronte ad una catena di montaggio o ad un monitor, questo lo deciderà la vita e, in particolar modo, le condizioni economico-sociali della nostra famiglia natia.

Se guardiamo la vita così, in cui siamo criceti su una ruota, allora la vita non ha affatto senso. O meglio, il senso, sarebbe proprio quello rivelatomi dalla bambina. Se invece camminassimo a piedi nudi su un prato in primavera e ci fermassimo ad annusare le margherite, oppure da sdraiati guardassimo il cielo e il sole, o gli occhi di qualcuno, la vita avrebbe decisamente senso! Avrebbe senso perché non vi sarebbe alienazione, avrebbe senso perché sarebbe molto più naturale e animale, avrebbe senso perché saremmo senz’altro più felici.

Erich From nel suo libro, L’Arte di amare, parla dell’essere umano e di come si senta parte di qualcosa più ampio e primitivo principalmente in due occasioni: quando ama e s’accoppia e quando costruisce qualcosa con le proprie mani. Se è vero che non possiamo prendere la sua tesi come oro colato, offre però buoni spunti di riflessione.

Con le mani oggigiorno, epoca industriale o post-industriale, ormai vicina a quella della robotizzazione, con le mani poco si fa. Le macchine ci aiutano, ma a quale prezzo? Non si prenderanno in parte anche quel senso della vita che si aveva quando si impastava una pagnotta, quando si tagliava la legna o quando si cacciava con una semplice lancia di legno? Amare è rimasto, per il momento, ma a voler essere corretti, From parla di orge. E allora, quante persone, di quelle sedute sugli sgabelli dell’alienazione, impasta il pane con le mani e poi si dedica ad orge? Non sarà mica questo il segreto del non-senso della vita?

Eppure, fra le mille tesi possibili, ogni tanto mi chiedo se quella bimba non avesse ragione: non è, la morte, l’unica cosa di cui siamo certi? Toto’ la chiamava la Livella, perché ci si passa tutti, ricchi e poveri, donne e uomini, api ed elefanti. Mi chiedo, allora, quale sia il senso, o il non senso, della morte. Non so rispondermi, se non, sulle scia di ciò rivelatomi dalla bambina, che il senso della morte è la vita. Perché sempre moriamo e sempre, com’è vero che il sole tramonta e poi ricompare con l’alba, la vita ricomincia, incurante se vi sia o meno un senso.

Dammi un 5 virtuale, clicca like e condividi.

  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) LinkedIn
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Facebook
  • Fai clic per condividere su X (Si apre in una nuova finestra) X
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra) Reddit
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra) WhatsApp
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra) Telegram
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra) E-mail

Related

Cosa ne pensi? Fammelo sapere con un messaggioAnnulla risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Scoprici sui social

  • YouTube
  • Telegram
  • Facebook
  • RSS Feed

    Ultimi post

    • Dave dei Vallanzaska: AI, Milano e venti di guerra – Riflessioni su 30 anni di cambiamenti
    • Libri e Social: Intervista a Sam di Rivista Matrioska | Come Creare un Progetto Culturale Online
    • Solo l’occidente conosce la Storia? Dialogo col Professor Adolfo Scotto Di Luzio
    • Ponti sospesi: cosa abbiamo sbagliato? cosa si potrebbe fare?
    • Siamo quel che facciamo? – racconto breve
    • Il limite è sempre la mente – Racconto breve
    • L’ultimo giorno del carcere – Racconto breve

    Newsletter

    • YouTube
    • Facebook
    • Telegram
    • Dave dei Vallanzaska: AI, Milano e venti di guerra – Riflessioni su 30 anni di cambiamenti
      di Alessandro Oppo
    • Libri e Social: Intervista a Sam di Rivista Matrioska | Come Creare un Progetto Culturale Online
      di Alessandro Oppo
    • Solo l’occidente conosce la Storia? Dialogo col Professor Adolfo Scotto Di Luzio
      di Alessandro Oppo
    • Ponti sospesi: cosa abbiamo sbagliato? cosa si potrebbe fare?
      di Alessandro Oppo
    • Siamo quel che facciamo? – racconto breve
      di Alessandro Oppo

    ©2025 9minuti | Design: Newspaperly WordPress Theme
    Manage Cookie Consent
    Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi.
    Cookie funzionali Sempre attivo
    The technical storage or access is strictly necessary for the legitimate purpose of enabling the use of a specific service explicitly requested by the subscriber or user, or for the sole purpose of carrying out the transmission of a communication over an electronic communications network.
    Preferences
    The technical storage or access is necessary for the legitimate purpose of storing preferences that are not requested by the subscriber or user.
    Statistics
    The technical storage or access that is used exclusively for statistical purposes. The technical storage or access that is used exclusively for anonymous statistical purposes. Without a subpoena, voluntary compliance on the part of your Internet Service Provider, or additional records from a third party, information stored or retrieved for this purpose alone cannot usually be used to identify you.
    Marketing
    The technical storage or access is required to create user profiles to send advertising, or to track the user on a website or across several websites for similar marketing purposes.
    Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci {vendor_count} fornitori Per saperne di più su questi scopi
    Visualizza preference
    {title} {title} {title}